Stasera, mentre ci allontanavamo da Tiro e sotto gli occhi sfilavano carri armati con militari sulle torrette e gigantesche bandiere della Germania a celebrare l’orrore hitleriano, questa canzone mi è sembrata quasi una preghiera.
Santa Lucia per chi beve di notte/
e di notte muore e di notte legge/
e cade sul suo ultimo metro/
per gli amici che vanno e ritornano indietro /
e hanno perduto l’anima e le ali/
per chi vive all’incrocio dei venti/
ed è bruciato vivo/
per le persone facili che non hanno dubbi mai/
per la nostra corona di stelle e di spine/
per la nostra paura del buio e della fantasia/
Santa Lucia, il violino dei poveri è una barca sfondata/
e un ragazzino al secondo piano che canta ride e stona/
perché vada lontano/
fa che gli sia dolce anche la pioggia delle scarpe/
anche la solitudine.