sulle intercettazioni e l’impegno


Questa mattina ho mandato questa mail a un gruppo di amici, molto diversi per età, professione e dislocazione geografica. La condivido qui e attendo risposte, nel caso voleste dare il vostro contributo.

cari tutti,
ho appena terminato di leggere l’editoriale di Ezio Mauro sulla questione delle intercettazioni, che spiega il problema e il disegno sottostante con estrema chiarezza e linearità.
Quello che mi stupisce in questo contesto è il silenzio della società civile. Può essere che le persone non siano sufficientemente informate – ancor meno del solito, che già è pochissimo – o può essere che non si rendano conto della portata della cosa fino in fondo; in pochissimi, d’altra parte, si sono presi la briga di spiegarla. Nel 2002 la CGIL riuscì nella battaglia contro l’abrogazione dell’Art 18 dando vita a uno straordinario momento di partecipazione collettiva; l’anno precedente i Girotondini e il “resistere, resistere, resistere” di Borrelli aprirono la stagione dei movimenti, che per un breve periodo fece sognare l’Italia di avere ancora una società civile forte, consapevole e orgogliosa. Oggi tutto tace, e questo mi spaventa molto.
Chi oggi ha più di 50 anni può anche decidere di disinteressarsene, forse più preoccupato a difendere la propria pensione per poi scappare su un’isoletta dei tropici (o anche solo nella veranda di casa propria); noi, che comunque la pensione difficilmente la vedremo, no. Chi oggi ha dai 20 ai 40 anni dovrebbe scendere in piazza e dire che non ci sta; dovremmo dire che non siamo addormentati, che siamo consapevoli di quello che stanno cercando di fare, che di vivere in un Paese così no, non ci va. E siccome non sempre si può scappare, bisogna riformarlo dal basso, almeno fino a dove si può.
Non è uno scavalcamento della politica, è essere noi stessi politica, così come l’etimologia della parola la ha sempre intesa.
Se nessuno fa niente, qualcosa lo dovremmo fare noi. Spiegare alla gente, parlare alle assemblee di quartiere, organizzare manifestazioni. Non parlo di un impegno astratto, ma di un impegno concretissimo e anche molto “umile”, che non sia accantonato in virtù del lavoro, dei figli, della moglie, della stanchezza che già si vive tutti i giorni nel cercare faticosamente di fare la propria strada: perché a furia di averlo accantonato, questo è quello che succede.
Alcune situazioni sono senza ritorno, e l’Italia ha da tempo imboccato una di queste. La legge sulle intercettazioni potrebbe essere il colpo di grazia. Noi dovremmo fare qualcosa.
Le persone cui mando questa mail sono molto diverse per età, occupazione e residenza, ma sono convinta che tutte potrebbero e dovrebbero dare il proprio contributo per fermare la deriva, senza aspettare che lo faccia qualcun’altro – giornali, politica o sindacati. Noi a Milano potremmo iniziare con l’organizzare delle manifestazioni o delle serate di informazione, chiamando esperti che spieghino il problema. Ognuno nel proprio posto può fare qualcosa.
Lamentarsi dopo serve a poco, ed è una tendenza troppo diffusa.
Un abbraccio
Gea

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    #1 by Chicco on May 19, 2010 - 16:09

    Ueh…com’è che a me non l’hai scritta quela mail?

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    #2 by gea on May 19, 2010 - 16:17

    perché ahimé conosco la tua ritrosia sul tema. Ma ovviamente qualsiasi partecipazione e contributo è qui ben accetto, l’ho postata qui sopra proprio per quello.

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    #3 by Frank on May 19, 2010 - 16:52

    più che ritrosia direi “non allineamento alle tue idee sul tema”… anche perchè il giorno in cui i magistrati la pianteranno di fare i pubblicitari probabilmente sarà esplosa la terra…

    Evito un contributo che sarebbe la solita discussione.
    Dico solo che esistono articoli, anzi più di uno nel codice penale e di procedura penale CHE PROIBISCONO la divulgazione di atti coperti da segreti di ufficio . E tali sono le intercettazioni.
    Tutti questi pionieri del diritto e del garantismo dove cazzo sono quando sputtanano qualcuno su un giornale o con una indagine che magari finisce in archivio in qualche mese?

    Dire che la nuova normativa sia giusta sia buona forse è una stronzata galattica. Ma è ancora più ottuso il sitema esistente in cui NON C’ è MAI STATO UN PM CHE abbia aperto uno o più procedimenti penali SU QUESTE “FUGHE” DI NOTIZIE. E questa è per me la più grande vergogna. Esistono delle regole. CHE non sono mai state rispettate. E sinceramente è vergonoso che ci siano magistrati che abbiano la faccia tosta di dire che le cose vanno bene così. Basta stare a guardare i PM politici dell’idv per capire tutto. La storia insegna.
    E’ una vergogna immensa che atti di indagine finiscano sui giornali, e che no esista un giornalista che rispetti il segreto istruttorio, Peraltro danneggiando anche profondamente un buon esito delle indagini stesse. E’ una vergogna che qualcuno sappia di essere indagato dalla Tv prima che da un avviso della Procura. Vergogna, Vergona vera. E su questo Gea NON ESISTONO scuse. Solo Magistrati che hanno foglia di diventare famosi.
    La risposta del Governo è stata la solita ed ignorante “stretta”. Ma io lo vedo come un effetto e la causa mi dispiace questa volta non è il governo.

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    #4 by Chicco on May 19, 2010 - 16:58

    Approfitto che vi becco insieme…andiamo a mangiare fuori questo week end?

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    #5 by Chicco on May 19, 2010 - 17:02

    Oltre che una proposta seria voleva essere anche una risposta ai tuoi interrogativi su quanto gliene frega agli italiani della libertà di stampa e delle intercettazioni.
    No scherzo sono sensibile al tema, ma sono iper occupato!!!!!!!!!!!!

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    #6 by gea on May 19, 2010 - 17:09

    Questo per me è l’aspetto deprimente chicco. A furia di sentirsi superoccupati nei loro lavoretti quotidiani (senza sminuirne alcuno, ci metto dentro il tuo, il mio e quello del dirigente che si sente figo), gli italiani si sono persi un sacco di passaggi e soprattutto non si rendono conto che quello di cui si discute potrebbe ridefinire in peggio i confini del Paese. Sarebbe meglio lasciare due pratiche indietro (tutti) e preoccuparsi un po’ di più del posto in cui viviamo.
    Frank, venendo a te. Che giornali e magistrati abbiano una fetta di responsabilità enorme è indubbio; che per mettere una toppa si commetta ben consapevolmente un errore immensamente più grande è un altro discorso. Il dramma è peraltro l’intenzionalità del tutto: siccome i giornali pubblicano cose che non c’entrano un cazzo, approfitto di uno scontento diffuso e intervengo sulle intercettazioni in modo invalidante per le indagini stesse e per la divulgazione di informazioni che sono quelle sostengono spesso la società civile.
    Io questo lo trovo intollerabile. Vergognoso, come dici tu. E pericoloso, molto pericoloso.

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    #7 by Frank on May 19, 2010 - 17:41

    Scusa Gea, ma la vogliamo fare una scala di valori?
    Per me, o meglio per la stessa costituzione, un magistrato non HA SUPERIORI. Rappresenta un potere assoluto, assoluto in senso proprio visto che è l’unico soggetto istituzionale che può limitare la libertà dell’individuo.
    Ora è evidente che per colpire i “colpevoli” bisogna lasciarlo lavorare. Mi sta bene, e mi sta anche bene che intercetti.
    Non mi sta bene però che lo faccia a cazzo e che metta sotto controllo qualcuno sperando di scoprire qualcosa al buio. Non mi sta bene che parli di giustizia menomata, quando i primi ad averla calpestata sono quelli che non possono istituzionalmente violarla.

    Un PM non può accettare la violazione del segreto istruttorio.
    Ti giuro Gea, in italia non esistono procedimenti penali aperti per violazione del segreto istruttorio, proprio perchè controllore e controllato sono la stessa persona, tipico caso di conflitto di interessi. Sono anni che si lotta per la separazione delle carrieri, per la responsabilità dei magistrati. E sono anni che non si fa un cazzo. Ora ecco la soluzione stupida ma probabilmente efficace del governo. Visto che chi viola il segreto è lo stesso soggetto che fa le indagini evidentemente, punisco l’usufruitore..
    un po’ come ai tempi della legge sulla droga e uso personale.
    Punisco chi usa le intercettazioni (parallelo: chi usa la droga) per evitare che qualcuno le divulghi ( parallelo lo spacciatore)
    Ecco punire la domanda per evitare l’offerta.
    I magistrati lo spaccio di intercettazoni se lo sono auto depenalizzato, e di questo vergonoso atteggiamento NESSUNO HA MAI DETTO NULLA. La vergogna non è il giornale che pubblica. La vera vergogna è il magistrato che divulga o che lo permette ai suoi sub alterni. La vera Vergogna sono anche tutti gli altri magistrati della procura chiacchierona che omettono di denunciare una notizia di reato.
    Il resto sono solo frutti “derivati”. E’ come chiedersi : perchè ha vinto Berlusconi alle ultime elezioni? Semplice perchè prima di Lui ci fu il Governo Prodi.
    Si fa presto a criticare una legge, ma almeno è una legge che se non piace con il prossimo governo magari di opposizione verrà abrogata. Ma la realtà è che esistono magistrati che fanno leggi occulte applicando o disapplicando la legge a loro esclusivo piacere. E nessuno puo’ fare un cazzo. Esempio lampante, procedimenti a carico dei magistrati davanti al CSM : le conosci le statistiche degli esiti vero?????
    Non vedere tutto questo è da associazione ciechi.

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    #8 by gea on May 19, 2010 - 17:57

    Frank, riconosco il tuo punto. Ma dire che per punire una mela marcia sia necessario bruciare la dispensa è un ragionamento che non mi fila.
    Poi, ci sono due punti distinti: 1) pubblicazione delle intercettazioni (oggi possibile per riassunto quando l’indagato ne è a conoscenza); 2) possibilità stessa di fare le intercettazioni.
    Il ddl, o il maxiemendamento, agisce su entrambi i fronti, e ovviamente il più grave è quello a monte, e cioè l’impossibilità di avvalersi di quello strumento di indagine; il divieto di pubblicazione arriva di conseguenza, e comunque arriva il momento in cui non c’è più niente da pubblicare.
    Non ti stai concentrando sulla perdita di uno strumento d’indagine come le intercettazioni, sembri non coglierne il potenziale. Tutti hanno ricordato come i più grandi processi moderni siano stati fatti anche e soprattutto grazie alle intercettazioni; non solo grazie a quelle, ma almeno all’inizio. Non vorrei perdermi in tecnicismi, e non vorrei che lo facessi tu, ma ritengo innegabile che la nuova formulazione ne ridurrà l’utilizzo in modo drammatico.
    Questo è un aspetto estremamente preoccupante.
    Detto questo, la talpa che spiffera violando il segreto istruttorio fa male, non è punita e probabilmente contribuisce a creare quel clima da processi sui giornali che tanto indispone i politici di tutti gli schieramenti; eppure, in quanti casi di recente i giornali (occhio, non penso solo a repubblica e a berlusconi, ma a tanzi, cirio e via discorrendo) sono stati fondamentali nel mantenere la pressione su processi altrimenti facilmente scivolabili nel dimenticatorio?
    Il ruolo della stampa è anche questo, per quando sgradevole sia.

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    #9 by giovanni on May 19, 2010 - 19:15

    Cara Gea,
    stamattina dopo un’occhiata veloce a Repubblica.it, ho controllato il mio conto corrente e ho visto che mi era stato accreditato lo stipendio di aprile: 911 € virgola qualcosa per circa 130 ore di lavoro… poi oggi, ho letto il tuo post e ho pensato quanto disinteresse e cinismo cova in ognuno di noi, ho pensato a quanto vorrei tornare all’idealismo ingenuo, naif e vitale che avevo nel ’98-’99… Io ora faccio due lavori , il receptionist e il promoter di telefonia, perché i soldi non bastano mai, e non saprei veramente da dove cominciare, come muovermi, con chi parlare, come protestare…
    Non riesco a capire Ezio Mauro e tutti quelli che temono per la salute della democrazia del Paese : come possiamo parlare di democrazia in un paese che premia evasori, criminali recidivi, capitalisti senza scrupoli, politici e pubblici funzionari che hanno costruito fortune con tangenti e corruzione?
    Quando Silvio Berlusconi scese ‘in campo’ da vero homo novus della politica, nel ’94, mi ricordo che ne ero affascinato, il suo carisma e la sua forza mediatica avevano fatto breccia, i suoi sogni svenduti a ‘poco prezzo’ riempivano benissimo l’abisso post-tangentopoli che scrutavamo inermi…
    Probabilmente siamo rimasti fermi lì, al palo, inseguendo un miraggio inutile e posticcio, un ‘bene ‘ superfluo, senza capire che il vero, profondo problema della società italiana, aldilà dei mali comuni alla crisi di valori del capitalismo e del consumismo che colpiscono l’intero globo, è la mancanza di una cultura civica forte, di quel senso di appartenenza ad una comunità che innervi il tessuto sociale nella sua interezza….se Scajola e tutti gli altri possono usufruire impunemente di meravigliosi appartamenti pagati a “loro insaputa”, come dovrebbero reagire le migliaia di cittadini che ogni giorno da anni o decenni si vedono negato non dico “il diritto” alla casa ché nel Belpaese è richiesta bolscevica e traditrice, ma almeno l’impegno concreto e fattivo delle forze politiche….
    Sai Gea, credo le persone non solo siano indifferenti come giustamente dice Chicco, perché hanno altro cui pensare, ma credo che le persone, molte persone, abbiano paura, paura dell’apparato repressivo dello Stato e di come potrebbe reagire di fronte ad un attacco massiccio e generalizzato all’oligarchia che ne manda avanti la “meccanica”…. paura di cosa potrebbe venire fuori dal caos sociale..
    Come ho detto molte volte qui, questa Repubblica, nata da una frattura ideologica inconciliabile, non ha saputo e voluto riflettere sul proprio futuro quando era necessario farlo, negli anni dal ’65 al ’77, quando nelle strade e nelle piazze scorreva ‘sangue inutile’ di opposti idealismi…. e intanto nelle secrete stanze del potere, nasceva l’oligarchia che oggi ci ammmorba, che può fare di noi ciò vuole, anche ‘tutelarci’ abolendo il nostro diritto all’informazione

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    #10 by Frank on May 20, 2010 - 17:45

    Guarda gea quello che dici è SBAGLIATO.
    Ora ti do il richiamo normativo perchè è ancora vigente oggi. ART 114 c.p.p.
    ti metto anche questo link cosi’ leggendolo bene tutto scoprirai CHE IN ITALIA non lo ha mai cacato mai nessuno.
    La conoscenza per l’indagato non puo per logica estendersi alle intercettazioni per una semplice ragione . L’intercettazione è fatta clandestinamente quindi se su un giornale finiscono delle intercettazioni ( persino in sunto) e le indagini non si sono ancora chiuse OGGI i giornali non le possono pubblicare.

    E poi scusami ma dire che hanno abolito le intercettazioni come strumento di indagine è proprio una eresia. Diciamo che adesso possono fare un po’ meno quello che cazzo gli pare, anche perche se uno sa come funziona sa bene che per iniziare l’intercettazione il PM si mette a discutere solo con il gip e quindi ecco risolto il problema. Leggetelo il testo e scoprirete che gli “evidenti indizi di colpevolezza ” richiesti dalla nuova normativa ci saranno anche quando non ci sono….quindi perfavore evitiamo di fare una tragedia dove non c’è. COMANDANO sempre i magistrati questo è sicuro. Chiedilo a QUALUNQUE AVVOCATO non a me. Ovvio che se la magistratura adesso si lamenta forse faceva meglio a dimostrarsi più attiva con il suo organo di controllo.
    Poi discutiamo pure se la società civile deve SAPERE. Ma la LEGGE OGGI DICE CHE L’ATTO finchè è coperto da segreto istruttorio non si può pubblicare. Stop. Ec chi lo fa commetteva reato anche prima….
    Poi se mi dici, e hai ragione che un cittadino non può sapere solo dopo 10 anni di processi che uno è un corrotto, Ti do ragione. Ma allora facciamo processi più veloci in tribunale e non processi a cazzo in piazza, perchè mi diaspiace ma è assolutamente assurdo e illegale.
    Per venire al secondo punto. Anche questo da discutere. Mi dispiace ma devo farti notare che molte volte le notizie di reato si cercano con le intercettazioni e non il contrario.

    Comunque eccoti un ottimo vademecum che sarebbe bene facessero studiare a ogni giornalista.
    Quando tutti capiranno che più è segreta l’indagine ( NON IL PROCESSO) migliori saranno i risultati sarà tardi.
    Ti ripeto Gea il nuovo testo di legge farà schifo ma
    ti assicuro che tendenzialmente non è cambiato un gran che.
    Tutto questo casino mi ricorda la storia delle prescrizioni…
    Ennesimo fumo.

    http://www.altalex.com/index.php?idstr=49&idnot=9369

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    #11 by gea on May 20, 2010 - 18:08

    Frank, molte grazie per il link, davvero utile. E però a leggerlo con attenzione mi pare confermi esattamente quello che dico. Perché sai benissimo, avendo a che fare con la legge molto più di me, che il 114 cpp e similia sono articoli oggi sottoposti a interpretazione, così come quasi tutto il resto del diritto. Nella fattispecie questo estratto che ti copio-incollo conferma quello che io dicevo sulla pubblicabilità del contenuto degli atti quando l’indagato ne viene a conoscenza; a riprova di questo oggi il reato è una contravvenzione, e non un delitto.
    Spero di non tediare gli altri pubblicando il piccolo estratto (sotto, così uno può prima finire di leggere).
    Quanto invece alla secondo te non sostanziale modifica delle modalità per l’ottenimento delle intercettazioni..beh, non so come fai a dirlo. Dal nuovo collegio a tre membri alla durata delle stesse, dalla presenza di altri atti d’indagine sul reato alla punibilità di chi pubblica qualcosa; mi pare che la materia cambi enormememte, e non è che paia solo a me, che non conto e non ne capisco poi molto. Ma se da Grasso a Zagrebelsky, e cioè se dal presidente dell’Antimafia a un membro emerito della Corte, tutti sono d’accordo nell’evidenziare il rischio (passando per Giulia Bongiorno, avvocato di Andreotti, non di Occhetto, ecco), beh, mi sembra che qualche domanda sotto vada posta.

    legislatore, al fine di dare piena attuazione alla tutela della riservatezza del procedimento penale strictu sensu, ha previsto, accanto al regime di segretezza sopra illustrato, il divieto di pubblicazione degli atti e di immagini di cui all’art. 114 c.p.p..

    Tra i due istituti non vi è piena coincidenza, nel senso che per gli atti coperti da segreto assoluto (atti del pubblico ministero e della polizia giudiziaria fino a quando non sono conoscibili dall’indagato) vige un divieto assoluto di pubblicazione sia con riferimento al suo contenuto che al testo (art. 114 co. 1 c.p.p.) .

    Per gli atti non coperti da segreto sussiste un divieto limitato di pubblicazione che è assai circoscritto e viene meno man mano che, in relazione allo svolgimento del procedimento, viene meno la ragione d’essere del divieto, che è quella di assicurare il corretto, equilibrato e sereno giudizio del giudice del dibattimento, attuato anche attraverso le norme che gli consentono di venire legittimamente a conoscenza del testo degli atti di indagine e secondo le regole previste in un processo tipicamente accusatorio (art. 114 commi 2, 3 e 4 c.p.p.).

    Peraltro, è sempre consentita la pubblicazione del contenuto degli atti non coperti da segreto a guisa d’informazione (art. 114 co. 7 cpp).

    Il nuovo codice di procedura penale distingue, quindi, nettamente tra atto del procedimento e suo contenuto e non vi è perfetta equiparazione tra ciò che diviene conoscibile all’interno del procedimento e la sua divulgabilità.

    Dal coordinamento degli artt. 329 e 114 c.p.p. discende che la estinzione del segreto c.d. interno sugli atti di indagine, cioè quello relativo alla pubblicazione del contenuto degli atti, ritenuto dal legislatore inidoneo a inficiare il prosieguo del procedimento, mantiene fermo il c.d. segreto esterno, cioè quello relativo alla pubblicazione dell’atto, così come documentato.

    Tuttavia, anche per quello che riguarda gli atti coperti da segreto assoluto, occorre una rigorosa interpretazione dell’ambito di operatività del divieto poiché l’atto di indagine non può automaticamente coincidere con il fatto che ne costituisce l’oggetto e, pertanto, non rientra nel divieto di pubblicazione l’espletamento di attività procedimentali che si sostanziano in fatti storici direttamente percepibili, talché una notizia attinta direttamente da un testimone di un avvenimento, in quanto tale non tenuto al segreto, è liberamente divulgabile con il mezzo stampa. Al contrario, se detta notizia è tratta dalle dichiarazioni fatte dalla stessa persona alle autorità preposte alle indagini, la sua divulgazione costituisce reato.4

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    #12 by Frank on May 20, 2010 - 21:41

    veramente Gea credo Tu non abbia capito un gran che di quello che hai letto. In primo luogo la rivelazione del segreto d’uffico fatta dall’ufficiale è un delitto ex art. 326 c.p. è ovvio poi che la conseguente pubblicazione fosse meno sanzionata con la contravvenzione- perchè il reato piu grave lo fa il P.U che fa la rivelazione. Però diventa ovvio che se i magistrati non si indagano a vicenda e tanto meno si condannano tanto vale inasprire la pena per “la richiesta”. Che la classe dei magistrati sia contraria la dice tutta. Ma essere contrari alla riforma è diverso da dire che non si potranno piu fare intercettazioni perchè non è cosi. è una drammattizzazione del problema oltre che essere falsa rappresentazione del testo normativo Bada bene non sono favorevole alla riforma ma non è accettabile che ogni volta daun testo di legge uno ricavi la sua versione-. In ultimo il pezzo che hai riportat vermente non dice NULLA di attinente alla pubblicazione delle intercettazioni. Vediamo se capisci cosi perchè forse

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    #13 by Frank on May 20, 2010 - 21:48

    gurda Gea rischiamo una polemica infinita come al solito . ma rapidamente leggi art. 326 c.p. rivelazione segreto ufficio del p.u. poi leggi il 114 c.p.p. e leggi bene quello che hai postato se vuoi chiama la buongiorno o un altro avvocato. ma pubblicare le intercettazioni prima della chiusura delle indagini è reato. quello che tu hai riportato puo’ applicarsi solo a casi come quello del testimone che rivela al giornale la sua deposizione. ma non puo applicarsi alla rivelazione di una intercettazione essendo l’intercettazione un atto interno a cui partecipano solo Pubblici ufficali . ovvio che se tu scrivi un articoloe dici ” riporto quello che mi ha detto un agente di PG” allora aggiri l’ostacolo, ma a me risulta che delle intercettazioni fossero riportate pezzo per pezzo- quindi oltre all’evidente reato contravvenzionale che commetteva il giornalista e la testa c’èra a monte un 326 di qualcuno…

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    #14 by Frank on May 21, 2010 - 09:01

    giusto per anticipare la potenziale polemica cavillosa che mi aspetto. pubblicare intercettazioni dell’indagato tizio prima della chiusura delle indagini di Tizio, è reato OVVIAMENTE se tizio non è stato sottoposto a provvedimenti cautelari e tanto più se non è stata ancora fatta l’udienza ex art 268 c.p.p.. e anche se tale udienza ( che serve per lo stralcio delle intercettazioni ) venisse fatta resta comunque il divieto di pubblicazione. E qui si crea il giusto motivo di una legge sicuramente sbagliata ma volta ad evitare che se tu intercetti caio e tizio ed è indagato solo caio anche le trascrizioni di quello che dice tizio, che viene indagato magari solo di conseguenza ed in un secondo, momennto finiscano sui giornali.
    In ultimo visto che per confutare la mia tesi probabilmente ti attacchi a questo: “Tuttavia, anche per quello che riguarda gli atti coperti da segreto assoluto, occorre una rigorosa interpretazione dell’ambito di operatività del divieto poiché l’atto di indagine non può automaticamente coincidere con il fatto che ne costituisce l’oggetto e, pertanto, non rientra nel divieto di pubblicazione l’espletamento di attività procedimentali che si sostanziano in fatti storici direttamente percepibili, talché una notizia attinta direttamente da un testimone di un avvenimento, in quanto tale non tenuto al segreto, è liberamente divulgabile con il mezzo stampa. Al contrario, se detta notizia è tratta dalle dichiarazioni fatte dalla stessa persona alle autorità preposte alle indagini, la sua divulgazione costituisce reato.”

    TE LO TRADUCO.
    Se tizio testimone dice ad un giornale quello che ha detto al pm in indagine, anche se l’indagine non è finita NON c’è divieto di pubblicazione. (direi che è evidente. “l’atto di indagine non può automaticamente coincidere con il fatto che ne costituisce l’oggetto “)
    Ma per le modalità di assunzione delle intercettazioni questo “riferito” non può che avvenire in violazione del segreto di ufficio anche perche ripeto che le intercettazioni coinvolgono SOLO P.U. ( GIP PM E OPERATORI DI PG) e per quanto attiene l’udienza per lo stralcio anche gli avvocati degli indagati.
    Ora dimmi come cazzo fa un giornale ad avere copia delle intercettazioni prima della conclusione della indagine senza che vi sia violazione del segreto istruttorio a meno che no stai a pensare che sono gli stessi avvocati che sputtanano i propri clienti.
    La realtà è una sola. E questo è il motivo per cui mi incazzo.
    In Italia abbiamo l’abitudine di fare un sacco di leggi che non applica nessuno e nessuno colpisce chi non le applica.
    Ecco perchè in italia la certezza del diritto non esiste.

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    #15 by gea on May 21, 2010 - 09:17

    sul fatto di fare un sacco di leggi, non temere, Calderoli ama giocare ai pompieri.
    Quanto al resto, mi piace farti notare come, nonostante ti sia prodigato a dirmi che no avevo capito nulla sulla possibilità o meno di pubblicare le intercettazioni (per riassunto, io ho scritto, che vuol dire nel loro contenuto e non in modalità integrale) e su quanto letto, alla fine hai convenuto che la casistica di cui io parlavo esiste eccome. L’altra cosa che voglio farti notare è che io non ho mai negato la violazione del segreto istruttorio in taluni casi – poi, come dici tu, bisognerebbe giustamente chiedersi se la gente può stare 10 fino alla fine dell’udienza preliminare senza sapere cosa succede, mentre la borsa crolla (penso a Parmalat, per dire) – e il fatto che in debba essere punita.
    Il mio punto fermo tuttavia è che la nuova disciplina sulle intercettazioni è diversa assai da quella precedente, e in un senso pericolosamente più restrittivo. E’ colpa solo di Pm e ufficiali giudiziari che non sanno tenere la bocca chiusa? Fatico a crederlo. Forse dovremmo ripensare la disciplina di procedura sul tema della segretezza dell’istruttoria (ovviamente sotto specifici aspetti) , per renderla compatibile con l’informazione, piuttosto che limitare tremendamente alcuni strumenti di indagine

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    #16 by Frank on May 21, 2010 - 09:24

    e visto che vuoi l’interpretazione del 114 c.p.p. come del resto tutti i giornalisti che vorrebbero aggirarne il precetto, leggiti (integralmente la sentenza n. 10135/1994 ) che proprio sul 114 c.p.p. riporta la massima che entrambi citiamo: “l’atto di indagine non può automaticamente coincidere con il fatto che ne costituisce l’oggetto ….” e cosi’ conclude: “D’altro canto , invece , l’avvenuta diffusione da parte di altri di notizie o atti di indagine coperte da segreto, NON FA VENIR MENO LA SEGRETEZZA E QUINDI IL DIVIETO DI PUBBLICAZIONE”.

    Se neghi anche questa ti giuro mi arrendo e ti regalo la mia toga.

    qui non si tratta di interpretare ma di rispettare le norme che ci sono. Tutti a parlare del conflitto di interesse di BB. Quando in Italia tutto è in conflitto di interesse. Dalla consob alla magistratura ai cda …. quindi piantiamola di fare le madonnine infilzate. I magistrati rompono il cazzo (apertamente) da tangentopoli quando dissero apertamente “non applicaremo” la legge del governo. E cosi’ fanno. Ci sono fiumi di dottrine che smontano passo passo costruzioni giurisprudenziali fatte a culo e viceversa. L’unica cosa seria è che il magistrato è vox legis. Il resto sono chiacchiere per aggirare l’ostacolo. Non esiste un magistrato condannato in italia per violazione del 326 c.p. per atti di indagine finiti sui giornali tanto mi basta per capire che si perseguono reati fatti a Km di distanza e non si vedono quelli dell’ufficio vicino al tuo.

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    #17 by Chicco on May 21, 2010 - 10:33

    Non esiste un magistrato condannato.

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    #18 by nicolizzo on May 21, 2010 - 17:02

    Senza entrare nel merito della questione giuridica,norme,leggi e cosecomplicatissimeperme varie, ci rendiamo almeno conto che da qualche anno a questa parte c’è una parte politica e non che vuol far passare il messaggio che in italia i delinquenti sono i magistrati? da quel poco che so i tribunali italiani sono paralizzati dalle troppe cause e processi vari, tutti sbagliati a priori e fatti ad arte per un fine politico? oppure bisogna saper riconoscere che “siamo circondati da “delinquenti” ,chi più e chi meno?

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    #19 by Frank on May 21, 2010 - 18:25

    Siamo circondati da delinquenti fuori e dentro i Tribunali non fa differenza.
    Ma con una differenza sostanziale.
    I furbi che non sono nel Tribunale li giudicano i magistrati e ogni tanto magari di rado, qualcuno viene condannato.
    I furbi che sono in Tribunale NON li giudica mai nessuno quindi figurati se li condannano…

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