Se non ora, quando?


La settimana scorsa, dopo la manifestazione del Palasharp, ho scritto un pezzo che ha scatenato anche un piccolo dibattito su altri giornali. La sostanza era che in queste occasioni di riscossa civica i giovani sono sempre meno presenti: non perché non si interessino a quello che succede, ma perché è la politica li ha presi in giro per troppo tempo.
Continuo a pensare che sia verissimo. Ma oggi la risposta all’appello di Se non ora, quando? è stata quasi commovente. A Milano, sotto una pioggia che sembrava un castigo per aver avuto il coraggio di rialzare la testa, c’erano decine di migliaia di persone, e un sacco di ragazzi. Ho avuto la sensazione precisa che la misura sia quasi colma, per tutti. La risposta della gente è appassionata, il desiderio di riscossa palpabile.
L’altra notte, mentre guardavo le foto della festa di piazza Tahrir, ho pensato: Come devono essere felici. E come un’epifania mi ha folgorato il pensiero che la prossima festa sarà la nostra. La cosa pazzesca è che la sensazione di liberazione non sarà nemmeno troppo diversa.
La foto che ho fatto oggi in piazza Castello dice tutto.

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    #1 by momo on February 14, 2011 - 12:52

    la mia domanda (non provocatoria) e’: cosa e’ cambiato ora? No, dico sul serio, una manifestazione fa cadere il governo?
    Io credo di no.

    Sono ammirato da piazza Tahrir e i milioni di egiziani, ma mi spiace il parallelo non esiste, non sta in piedi ed e’ un po troppo idelogico, secondo me.
    Le due situazioni non sono comparabili, le parole sono importanti: questa non e’ una “dittatura”, tanto quanto i giudici non sono “eversivi”.

    La manifestazione, per quello che ho visto e sentito (foto e video su internet), e’ stata spontanea e molto partecipata.
    Ma servira’ a cambiare qualcosa? Nella politica, o nel maschilismo della societa italiana?
    Che poi, a quale delle due cose puntava? Forse da li bisognerebbe partire a interpretare il tutto, o no?

    Domande aperte ma, ripeto, non volutamente provocatorie…

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