Non è facile trovare qualcosa da ascoltare quaggiù. Qualcosa che non rompa l’armonia scomposta di bambini sempre sorridenti e genitori troppo sospiranti, colline di sabbia, militari distratti, muri di cemento e filo spinato.
Io riesco solo a mettere su Bob Dylan e The joshua three – per il verso profetico I wanna tear down the wall that holds me inside, certo, ma soprattutto per il titolo dei titoli nei secoli: Running to stand still – oltre a Let down, unica canzone al mondo che dove la metti, sta.
E comunque perdonate se non scrivo, ma è come se fossi così piena di cose da non sapere come farle uscire. In Palestina ci sono troppe ingiustizie e troppa forza nell’affrontarle, per una scribacchina come me. Troppa gente che ti prende in casa come fossi una figlia, ti offre narghilé sui tetti la sera, incarta i resti di un banchetto perché tu abbia da mangiare.
È un posto troppo generoso, per quello che riceve dal mondo. E la disparità è un fardello grave da portare, per chi sceglie di essere qui e non ci è costretto dalla storia.