Aggiornamenti


1. Nelle ultime settimane sto andando in giro a intervistare alcuni dei valorosi che rappresenteranno l’Italia all’Olimpiade di Vancouver, il mese prossimo. Trattandosi di sport invernali, si parla per lo più di gente abituata a metri di neve e temperature simil-artiche, residente in paesini arroccati su picchi dolomitici, con strade non mappate dai navigatori satellitari e tornanti che ti strizzano lo stomaco. La scena è più o meno questa: mi sveglio alle cinque e mezza, mi infilo uno strato sopra l’altro tutto l’abbigliamento tecnico che possiedo, butto in borsa un TomTom ricevuto in prestito dal fratello maggiore risalente al 2005 e mai più aggiornato, prego silenziosamente che la macchina non mi molli a metà. Mentre mi sparo 400 chilometri di cui i primi 200 ancora al buio, rimpiango i servizi patinati in centro a Milano e mi consolo con l’idea di scoprire storie spesso più affascinanti di quelle degli stranoti da prime pagine con casa in quartiere San Siro. Ancora di più, con quella dello strudel caldo e cioccolata che servono generosamente nelle baite della zona.

In tarda mattinata il quadro muta così: verdiccia per la nausea, con gli occhi a mezz’asta, con la schiena e le ascelle umidicce per il riscaldamento impostato a 28 gradi, sono piantata nel mezzo di una strada ghiacciata che sale ininterrotta da mezz’ora, ho l’esatta percezione che sono nel posto sbagliato e in un ritardo tremendo e grido contro il dannato navigatore che ripete da dieci minuti come un disco rotto “Al-la roton-da te-ne-te la des-tra e prende-te la pri-ma usci-ta”.

Il piano B prevede raggiungere un centro abitato e chiedere informazioni. Ed è lì che, come un’epifania, divento improvvisamente consapevole della ridicolaggine di me stessa, Bridget Jones de noantri, sfortunatamente non dilaniata dal dilemma tra Hugh Grant e quell’altro giovinotto ben piazzato con il maglione con le renne. Davanti a una scuola elementare accosto la mia macchinina e scendo con la sciarpa che striscia a terra, la borsa firmata tremendamente fuori luogo, un cappello rubato a mio nipotino calcato sulla testa, gli occhiali da sole appannati per lo sbalzo termico. Mi avvicino a un indigeno e chiedo “Scusi, per Melette?” (anzi: per mèlèttè?). Questo mi guarda torvo e risponde in una lingua creola tra l’italiano, il tetesco e il dialetto. Ci vogliono almeno 3 minuti prima che lui finisca di spiegarmi, io risalga in macchina con una crisi di risarella che preme nella pancia, estragga l’iPhone e chiami il fotografo: “Scusa, mi ripeti dov’è il posto? Perché l’ho chiesto a un tizio ma mi veniva così da ridere che non riuscivo ad ascoltare”.

2. Parlando di cose serie. Dopo la figura di legno di Bologna – il sindaco Delbono costretto a dimettersi per presunte truffe (seppur di poco conto) ai danni dei contribuenti – e della Puglia – Vendola che seppellisce di voti il suo sfidante alle primarie – come fa un elettore del PD ad ascoltarli ancora? Con che faccia D’Alema e Bersani vanno in televisione? Non so, ma io nei loro panni penserei a un piano B.

3. Ancora più serie. Guido Bertolaso critica gli americani per la gestione di Haiti, facendo scoppiare un caso internazionale (e sfiorando il rischio di doversi dimettere). Ovviamente lo fa a pieno titolo: dall’Italia, la regione Lombardia e la città di Brescia hanno già mandato una dozzina di vigili urbani e una cinquantina di coperte. Questione di superiorità. A prescindere, direbbe Totò.

4. Infine. Ho iniziato il corso di francese cui accennavo a dicembre. Mettersi a litigare con le coniugazioni dei verbi a trent’anni fa sentire un po’ ridicoli. Ma dà anche grossa soddisfazione.

5. Ah, dimenticavo. Steve Jobs ha presentato la sua ultima meraviglia, l’iPad (il mondo trema nell’attesa del giorno in cui avrà finito le parole che iniziano per P e per M). Detto da una Apple-addicted, sembra un oggetto un po’ deludente. Con ogni probabilità, fra sei mesi ne avrò uno.

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    #1 by Belinde on January 28, 2010 - 07:33

    Tralasciando le notizie importanti, che più che annuire non si può… Francese? Est ce que tu es Cathrine Deneuve? Drammatici ricordi delle medie…
    Riguardo l’iPad, mah… Secondo me fai meglio ad investirne il costo negli strudel di cui al punto uno, ti daranno maggiore gioia. Ho appena letto un ragionamento ponderato e condivisibile: http://prontoallaresa.blogspot.com/2010/01/ipad-parliamone-subito-e-leviamoci-il.html

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    #2 by Giovanni on January 28, 2010 - 14:32

    Gea,
    ho due nipotini ( Christian 10 e Jasmine 6 anni) altoatesini, italiani con cognome tedesco e di lingua tedesca,frequentano la scuola tedesca(non tutti lo sanno, ma in Alto Adige le scuole sono separate linguisticamente e fisicamente, i mei nipoti ad esempio studiano italiano solo 4 ore a settimana come seconda lingua), vivono in un paesino della Val d’Isarco a prevalenza “tetesca”…quindi sono un esperto di pronuncia grottesca, frasi tipo “Zio Giovanni, io sono più grande come te” oppure di espressioni intercalari come “Sehr gut! Jo,Jo, genau!” ripetute con fastidiosa insistenza….
    La cosa più bella è vederli alle prese con mia madre che all’italiano preferisce sicuramente il suo dialetto calabrese, schietto e colorito: più di una volta hanno lamentato di non capirla o che “parla male, troppo male!!”….insomma tutto è sempre relativo..
    Comunque complimenti per il tuo corso di francese!!! L’ho studiato per tanti anni e mi manca un po’: col senno d poi però, mi pento tantissimo di non aver mai studiato inglese, indispensabile anche solo per viaggiare..
    Ciao e buona giornata!

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    #3 by gea on January 28, 2010 - 19:29

    Gio, fantastico, l’interazione tra la nonna che parla in calabrese e il nipotino austrungarico è una delle cose più divertenti che riesca a immaginare. Mentre leggevo il commento (soprattutto la parte del “Sehr gut! Jo,Jo, genau”) stavo crepando dal ridere!

    Per la cronaca, comunque, ho appena finito di fare i compiti di francese, una fatica biblica. Mi maledico per non averlo studiato da bambina, ma perché da ragazzini così tante cose non si capiscono (ovvio, perché si è ragazzini. ma lasciami il gusto di lamentarmi, sono troppo brava di recente).

    ho visto che siete ad amsterdam, come va lassù?

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