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Più male che meno

[…] Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L’immunità che si ottiene col vaccino.
(Indro Montanelli)

Era il 1993 e lo scontro tra Indro Montalli e Berlusconi arrivava al suo apice. Montanelli, giornalista di destra, già fascista, poi partigiano, pochissime analisi ha sbagliato durante una gloriosa e tutt’oggi ineguagliata carriera. Eccezione fatta per quella qui sopra, per nostra somma sfortuna. Non ci siamo immunizzati ma ammalati, e la prova fulgente, ancorché grottesca, si trova in questa canzone (cito alcune strofe del Magnificat: C’è un presidente/sempre presente/che ci accompagnerà/siamo qui per te/cuore e anima/un’unica voce/Silvio grande grande è).
Ora, per onor del vero, se si trattasse dei versi scritti dal consueto Apicella per la campagna elettorale mi ci farei su una risata amara, ma la questione si chiuderebbe lì (sarà che ce ne sono troppe alte aperte). Il dato drammatico, e le parole non sono scelte a caso, è che ci sono eserciti di persone comuni che intonano l’Inno con trasporto, devozione, fede. Come i tifosi che si sgolano con la mano sul cuore per Totti all’Olimpico, o l’ovazione che seguiva la presentazione dell’imperatore Adriano a San Siro.
Sono probabilmente gli stessi poveri cristi che pagano le tasse con la trattenuta sulla busta paga – gli imprenditori arricchiti o nuovi blasonati non si sporcherebbero mai le mani con questa marmaglia –, quelli che mettono da parte i soldi per comprare alla figlia diciottenne una gioia grande un decimo delle farfalle di oro e brillanti che il Cavaliere offriva magnanimo alle sue entrenause come ricordino della serata, quelli che risparmiano per cambiare macchina, motorino, fare le vacanze. Gente comune, insomma, onesta, lavoratori, forse di non grande istruzione, ma che c’entra.
Gente che lo vede per strada e vuole toccarlo, fare una foto con lui, dimostrargli solidarietà (per cosa, poi?). Un po’ come fosse Padre Pio, insomma. Lo stima tanto da intonargli una canzone che non si canterebbe per vergogna e imbarazzo forse nemmeno all’amata o all’amato.
Mi chiedo come devono reagire queste persone alla notizia dello scudo fiscale; come ci si sente quando il tuo Grande Benefattore ti pugnala alle spalle? Deve essere un tradimento grande, un po’ scovare il proprio partner a letto con un’altra. Come è possibile: io gli tributo tutto il mio amore e lui alla fine premia qualcun altro?
Vorrei trovare queste persone, parlare con loro. Ma il sentore che ho è che il MinCulPop nuova versione – id est: controllo dell’informazione su Tg e prodotti di spettacolo – sia riuscito a convincerli che lo fa per loro, per recuperare soldi per le loro scuole o imprese. Una roba tipo: “Amore, sono andato a letto con quella solo per trovare nuovo vigore per il nostro rapporto”.
Non credevo che l’avrei mai detto, ma la descrizione migliore del fenomeno l’ha data Famiglia Cristiana – l’articolo purtroppo non è on line, o io non lo trovo – che sostanzialmente dice: come fa il Tremonti A, cristiano devoto, interprete sentito dell’Enciclica e protettore delle famiglie, a conciliarsi con il Tremonti B, ideatore dello scudo fiscale come protezione per evasori e truffatori di ogni sorta?

Non troverò lì le mie risposte, ma parto comunque per Roma, dove sabato è organizzata la manifestazione del Fnsi per l’informazione. Vorrei che partecipassero tutti, per ora ho convinto solo mio fratello e famiglia. Essere presenti conta, eccome, quindi pensateci su un secondo, mollando la pigrizia a casa.

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