Archive for category gea and the city

Procurato allarme

Comunque ragazzi, per i pochissimi che non lo sapessero, io tendo a essere un goccio melodrammatica. Sto bene eh, ho avuto solo un goccio di sbaragnaus. Ma bello intenso.

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Running to stand still

Quindi cosa hai ascoltato?
I Radiohead
Poi?
Gli U2, The Joshua Three
Mmmh, altro?
De Gregori
Ah
E Vasco…
Va-Vasco Rossi?
Vasco sì
Ommmiodio. Tutto qui?
Bè, Bob Dylan in loop, ovvio
Non ci siamo, NON CI SIAMO

Niente Elio?
No
Pixies?
Nemmeno
Sigle di cartoni animati?
Solo Spank…hai presente? Il mio papà, l’ha preso il mare, dolce Spank
Gesùsanto, non va bene

Ma almeno un pezzo dei Monty python l’hai guardato su youtube?
Ehm no.

Senti, chepppalle, oggi è il giorno del dolore, è consentito. Domani si parte con la cura. Ma un giorno almeno me lo devi consentire.

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the queen of hearts is always your best bet

Comunque io ieri ho passato la giornata a fare la macchina come solo quelli che lavorano nelle redazioni capiscono, e sono tornata a casa all’una di notte e avrei voluto ascoltare vinili di Bob Dylan tutta la notte e svegliarmi con la luce del pomeriggio e  bere tazze di caffè americano in pigiama e chiedermi perché ogni sei mesi devo fare un falò della mia vita e capire che non capisco.
E invece no, ho ascoltato la musica con l’iPod e c’era buio intorno e il telefono gracchiava e io non avevo voglia di rispondere e alla fine ho persino mandato un messaggio. E insomma, non si riesce nemmeno a essere tristi come merita, maledizione.

soundtrack: most of the time

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A la recherche du Camus

Ça va sans dire, mi sbagliavo. Non solo Algeri è uno dei posti più belli che abbia mai visto, ma erano mesi che non mi divertivo così.
Un altissimo diplomatico europeo, oggi, al ristorante: Ma a te da dove ti hanno liberato?

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Hooligani d’Algiers

Ho messo in valigia un libro di Hemingway e uno di Tabucchi, destinazione Algeria. Deve essere la prima volta in tanti anni che non ho voglia di saltare su un aereo, ma probabilmente mi verrà strada facendo. Comunque, se per caso qualcosa dovesse andare storto, i miei libri vanno a Ste tranne quelli sul Medio Oriente che sono di Edo. I cd non li lascio a nessuno, tanto ormai non si ascoltano più.

P.S. Dimenticavo. Sempre se non tornassi, qualcuno scrive ai creativi di Rcs  chiedendo perché hanno usato questo capolavoro come colonna sonora di uno stiracchiato spot vorrei-ma-non-posso?

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29.11.2011

Ho una televisione che non funziona, un iPod troppo pieno, due nocciole e tre noci, un pensiero ricorrente e un sollievo stagionale.
Ho lo stomaco annodato dai dubbi e la testa assediata dalle canzoni.
Ho tanti desideri e pochi denari.
Ho molti sogni e ignoti talenti.
Ho l’ironia dei forti e la paura dei deboli.
Tutto nello stesso sabato mattina.

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la verità in pillole/1

Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi
la locomotiva ha la strada segnata
il bufalo può scartare di lato
e cadere

 Soundtrack: Todo cambia

 

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l’annosa questione del debito

Il mio rapporto con il denaro è basilare: finché ne ho lo spendo. Non che compri molto: negli ultimi due anni, a dire il vero, ho quasi smesso. Ma ho scoperto che è facilissimo spendere per evitare di comprare. Se Aristotele fosse vissuto abbastanza per confrontarsi con la questione, anzi, lo avrebbe certamente inserito tra i sillogismi pret à consommer: mi è debitore.
Per esempio. Nonostante nei miei 30 metri quadrati da giugno a ottobre ci sia la stessa temperatura di un bagno turco, ho sempre rifiutato di cedere alla prepotenza dell’aria confezionata. Chiunque entri in casa, mi ripete boccheggiando tra rivoli di sudore che è una cosa insopportabile, devo assolutamente acquistare un condizionatore. Ma io resisto fieramente da anni: buttare via centinaia di euro per un mostro rumoroso ed energivoro mi sembra una sciocchezza totale.
Tra i 40 gradi della mia umile magione e il ghiaccio artico dei Pinguini da appartamento, ho scelto un compromesso eccellente: trascorrere le mie serate ai tavolini di bar e ristoranti affacciati sui Navigli. La mia estate scivola via tra una birra, una coca cola, una pizza, un primo, un piatto di frutta, un sushi, un gelato e ogni sollievo che i ristoratori sanno offrire. Non proprio regalato, ma chi se ne importa.
Insomma, finché ce n’è apro il portafoglio e pago. Finché non mi chiama la banca, di solito. Oppure, fino a quando con un inusitato moto di coscienza, controllo il saldo del conto.
In partenza per Lampedusa, stamane ho avuto la scellerata idea di fare una di quelle verifiche, e mi ha travolto la consapevolezza che la telefonata della banca è imminente. Nonché inevitabile: la permanenza sull’isola darà all’anoressico porcellino il colpo ferale.
Quindi, mi sono recata al supermercato per gli ultimi acquisti con il fardello a gravare sul cuore. E ho trascorso sei minuti di orologio davanti alla distesa indistinta dei bagno schiuma, indignata che potessero arrivare a costare 2 euro e 79 centesimi. Stavo lì a guardarli e non mi capacitavo del furto, traducevo l’importo in lire e pensavo che 5.500 lire non le avrei spese mai, per un neutro roberts qualsiasi. E allora spostavo, confrontavo i prezzi, cercavo l’offerta, ho persino guardato se con la tessera di socia ci fosse qualche maxi sconto: nulla.
Ho optato per il miglior compromesso tra costo e quantità: 1 euro e 56 centesimi. Ma mi sono sembrati comunque tantissime. Più o meno un trentesimo di quello che ho speso ieri sera per qualche pezzo di pesce crudo e una birra. Cose dell’altro mondo.

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Il balsamo per le coscienze

La cosa fantastica di Berlusconi è che alla fine è socialmente utile. Consente anche ai ricchi di votare a sinistra: tanto lo sanno che finché c’è lui al potere un condono spunterà sempre. Così possono sentirsi ontologicamente migliori senza correre il rischio di rinunciare al maxy yacht a Saint Tropez.
Un balsamo per la coscienza agratis: dici niente.

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fatevi del bene

Ragazzi, fatevi del bene, andate a vedere un po’ delle foto che ha fatto edo tra israele e palestina. E no, non sono morti e cose tristi. Ché a fare piangere sono capaci tutti, a fare ridere e pensare invece ci riescono solo quelli bravi.

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