Un anno e mezzo fa con alcuni amici provai a fare un esperimento: origliare le conversazioni in giro per verificare quante volte nel corso della serata avremmo sentito parlare di facebook. Il compito si rivelò impossibile: più interessante segnarsi i rari casi in cui nell’arco di una notte nessuno lo menzionasse. È passato parecchio tempo e le cose, va da sé, sono solo peggiorate. Questa settimana la copertina di Time è dedicata a Zuckerberg e soci e nel vederla mi è venuto un rigurgito d’insofferenza: non se ne può più.
La casistica è più o meno la stessa da tempo osservata sui blog, ma esasperata dalla facilità del social network: scrivere due righe su un blog può richiedere un encefalogramma non del tutto piatto (può), mentre un mi piace non si nega a nessuno. Ne derivano esondazioni di personalità, self marketing, assuefazione alle demenzialità altrui, voyeurismo incontrollabile, paranoie di nuovo conio.
Ho una cara amica che passa metà delle feste cui andiamo a sincerarsi coi presenti di non taggare alcuna foto con lei che fuma, giacché amici di amici di cugini di ex compagni di classe potrebbero scoprire il riprovevole vizio e riferirlo agli ignari genitori. Una conoscente ha piantato invece una grana mostruosa a un’amica per aver pubblicato una foto in cui era – la conoscente – venuta male: “così la gente pensa che sono brutta”. Ho avuto una discussione con un collega quasi amico che ogni giorno si premura di far sapere al mondo quante sue righe si possono leggere sulla stampa nazionale: mi fa venire l’orticaria. Conosco coppie di ex fidanzati che si sono lasciati dopo anni di convivenza, non si rivolgono la parola se non per sibilare malignità ma sono amici su Fb, con tutta la carica di curiosità morbosa che ne deriva.
Prima che operassi un’epurazione di massa, decine di conoscenti del settore media mi contattavano su Fb per propormi pezzi, personaggi, comunicati stampa. Diventa anche tu amico di “Nutella”! Cento amici sono fan di Coccolino, segui il loro consiglio! Stendendo poi un velo pietoso su tutta la serie di subumani che passano la giornata a giocare alla fattoria e a invitarti a farlo, fanno quiz improbabili, ti spammano con inviti per la qualunque e cercano di reclutarti per campagne psuedosociali sullo stile Iscriviti anche tu per fermare la crudeltà sui pappagalli delle Mauritius, come se, ammesso che me ne importasse, servisse poi a qualcosa.
La numerosità dei minus habens su facebook è tale che la tentazione di cancellarmi mi assale quasi quotidianamente. In questi giorni alcuni duri e puri della privacy hanno organizzato un abbandono collettivo del social network, una sorta di rituale purificatorio di massa; ho meditato per un po’ di partecipare, fiera oltretutto del mio snobismo. La verità è però che non sono abbastanza snob: su Fb mi capita di trovare commenti di amici spagnoli o americani che vedo sì e no una volta all’anno, di vedere foto fatte insieme dieci anni fa o di organizzare rimpatriate che se non fosse per la facilità dei due clic del mouse non organizzerei mai. Allora mi torna in mente perché mi ciuccio tutto il resto. (Oltre al fatto che se questo sito esiste lo si deve a un messaggio in bottiglia affidato alla bacheca di Fb, cui un glorioso benefattore ha scelgo di rispondere).
Ma mi piacerebbe che la gente si ricordasse di avere un cervello. Avere un account su Fb non è una roba di cui ci si deve necessariamente vergognare. Ma in moltissimi casi sì.
(N.B. Una pagina su Fb cui tutti dovrebbero essere iscritti però c’è. Eccola)
#1 by belinde on May 29, 2010 - 12:01
Tra le ben note Leggi di Murphy si annovera il Pricipio di Shaw: “fai un programma che anche un idiota può usare, e soltanto un idiota vorrà usarlo”. Facebook ha mostrato come questo principio non fosse del tutto vero, e vada corretto in “fai un servizio che anche un idiota può usare, e SOPRATTUTTO gli idioti vorranno usarlo”. Ed è un peccato, perché mi ero iscritto ancora in tempi non sospetti ed era veramente un posto interessante, quando l’invasione dei giochini idioti era ancora lontana e il massimo della libidine era mandare i Poke agli amici. Ma è destino comune per qualunque fenomeno mediatico: una fase esplorativa di poche persone in cui il servizio ha quel sapore “di frontiera”, una fase di assestamento con il primo boom di iscrizioni di gente comunque ben inserita nel tessuto della rete, un secondo boom quando iniziano a parlarne i giornali e cominciano le iscrizioni dei bimbominchia, fino all’ultimo segno, prodromo del collasso e latore della fine: l’istituzione delle GIF animate sulla homepage. Quando su un social network vedi una GIF animata devi capire che è tempo di raccogliere i propri stracci, prendere la valigia e partire per altri lidi. La GIF animata è il corvo che arriva sul campo di battaglia, quando le sorti sono già state decise e i vincitori sono partiti verso il trionfo alla capitale.
E i gattini! L’invasione dei gattini con più ritocchi al photoskiopp che la playmate del mese! Facebook ha fallito quel passo che gli avrebbe permesso di rimanere un posto serio e popolato da gente accomunata da interessi condivisi e condivisibili: l’apertura al porno. Ma questo è solo un mio parere, temo.
E le GIF animate dei gattini! Le ho viste… infatti sto iniziando ad esplorare Tumblr. Twitter l’ho già ridimensionato e in parte cassato. Chissà come mai non considero mai di passare al social network della vita reale.
E chi clicca “mi piace” sotto una GIF animata di un gattino ritoccato al photoskiopp!
#2 by gea on May 30, 2010 - 11:23
Non so, io con twitter ho un rapporto ambiguo (ahhaha, la demenzialità di questa frase). Comunque, capisco che ha un potenziale maggiore – di fatto seguo solo colleghi, professionisti o miti veri tipo lady gaga, ma mi rompe le palle in fretta, perché c’è meno interazione.
grazieaddio, io il sociale network l’ho fatto nella vita vera, e in definitiva tutto il resto mi annoia dopo poco.
#3 by momo on May 31, 2010 - 11:06
io sono un subumano: rimango su Facebook solo per il mio ristorantino! pero non spammo nessuno. E’ il mio vizio, la mia sigaretta dopocena…
#4 by momo on May 31, 2010 - 11:10
Poi permettetemi una grossa banalita, ma ce l’ho qua da un po
Ma la gente senza internet, senza cellulare, senza social network: cos’era? asociale? per caso non si conosceva nessuno 10 anni fa? si stava in casa? per carita’, magari gli orizzonti erano un po piu corti, ma la carenza tecnologica non ha impedito ai miei genitori di avere amici in mezza Italia.. come dici tu la rete, quella vera, va creata sul campo.
#5 by nicolizzo on May 31, 2010 - 14:29
a me sembra piuttosto naturale che si trovi di tutto ( e di più) su fb anzi credo che proprio oggi sia al massimo della propria potenzialità, non quando lo popolavano “i soliti noti” della rete (un tempo non venivano etichettati come nerd ? ). Il problema sta pittosto nell’idea del social network mi vengono i brividi a pensare che l’operazione di “social networking” oggi avvenga tramite la rete e non più come un tempo sul campo.Ragazzi, e parlo per quelli dei 30-35, siamo gli ultimi esemplari di persone cresciute al campetto,baretto,casa dell’amichetto e tra qualche anno potremmo dominare il mondo…..
#6 by gea on May 31, 2010 - 18:22
tra i nerd e l’invasione della fattoria c’è un sacco di roba in mezzo, no?!
comunque concordo sul fatto che Internet ha perso la misura. Mio nipote gioca ai giochi della disney sull’iPhone, con tutto che mio fratello e mia cognata stanno molto attenti a fargli fare robe sane – piscina, campetto e via discorrendo. E’ la famosa questione dei nativi digitali, per certi versi è spaventosa…