Questo film mi ha fatto piangere un fiume di lacrime. E ridere, e sorridere, e ricordare.
C’è la leggerezza di questa donna che è un personaggio struggentemente bello e vero, e il dolore che la sua vitalità causa ai figli. Ci sono dinamiche famigliari complesse eppure simili a quelle di tante famiglie, così difficili da snodare ma così vere nei loro percorsi intrecciati e nell’affetto che tracima nonostante tutto.
C’è una donna bellissima, un’epoca storica, il dolore per una perdita, la surrealtà di certe situazioni, l’ironia come arma, il legame alla terra, il mare come rifugio, una storia in alcuni pezzi così mia da far male. E c’è questa canzone, di cui mi sono innamorata.
(Ho preso la chitarra e suono per te/ il tempo di imparare non l’ho e non so suonare/ma suono per te).