Ieri mattina mi sono presentata così rappezzata e in ritardo alla prima prova per l’abito da sposa di una cara amica che le altre due, vedendomi, mi hanno salutato amabilmente: Ma come sei messa, sembri Paris Hilton dopo una delle sue serate. Invece venivo solo da un turno al giornale finito troppo tardi nella notte, con successivi incubi legati alla visione coatta della finale di Sanremo – ho ancora una coscienza, io, e mi punisce per quello che faccio – e da un bagno di pigrizia vestito di pantaloni neri, maglione nero, stivali neri, cappotto nero, occhiali da sole giganti e, rigorosamente, neri.
Ho ordinato un doppio caffè e poi ancora un caffè e poi una bottiglietta d’acqua per diluire il confronto con le altre; infine ho pagato con elegante mancanza di senso (qualcuno la chiamerebbe generosità; il direttore della mia banca preferisce invece incapacità di tenere sotto controllo le spese) il conto di tutte e ci siamo infilate in questo negozio chic di San Babila.
Dieci minuti dopo affondavo in una poltrona di pelle così comoda che avrei potuto addormentarmici e invece continuavo ad allungare il collo per cogliere di sorpresa le rughe che iniziano a darmi qualche pensiero, nonostante mattina e sera mi spali il contorno occhi con la cazzuola, come fosse stucco.
Nel frattempo la futura sposa vestiva il suo sogno d’amore di taffettà, organza e seta, con tanta grazia da riuscire a fare sentire anche noi sempiterne cornute e mazziate come giovani pronte a schiudersi ai sogni.
Tanto che un moto di vita mi ha raddrizzato la spina dorsale e ho iniziato a vagare per il negozio accumulando accessori da provare: cerchietti con giganteschi fiori, cappelli a falde larghe, ombrellini di merletti in stile Quattro matrimoni e funerali.
E a quel punto eravamo così galvanizzate che per rendere tutto più british ho pensato di girarmi e chiedere alla signora che ci facesse arrivare dei gin tonic, proprio come le signore della Upper London.
Dopo eravamo così felici della trovata che non mi sentivo nemmeno più rappezzata: nella vita, alla fine, l’entusiasmo basta saperlo trovare.
#1 by edoardo on February 22, 2012 - 11:49
l’entusiasmo è come i soldi, l’importante non è come lo raggiungi, ma come lo spendi, e il gin tonic di pomeriggio mi sembra sicuramente uno dei modi migliori.
#2 by geolina on February 22, 2012 - 11:51
era mattina edo, non pomeriggio.
potremmo cenare insieme stasera, ci sei?
#3 by edoardo on February 22, 2012 - 16:05
di mattina è speso ancora meglio, sei sulla strada buona