C’è un momento nella vita in cui capisci che non sei più uno che di mestiere fa il giornalista. Sei un giornalista. Tutto lì.
E’ un momento bellissimo. Se solo qualche anno fa avessi saputo che sarebbe arrivata una sera in cui alle nove il direttore mi avrebbe detto, C‘è da scrivere un editoriale e lo scrivi tu, forse non ci avrei creduto.
Ma succede. E in quel momento vita e professione diventano la stessa cosa. Non è solo che non esistono più orari, che alle sei della mattina il direttore ti sta snocciolando al telefono una serie di interviste da fare come se fossero le 16 mentre sei ancora in camicia da notte con la caffettiera in mano, che esci a cena con i colleghi alle 23 e vai a letto alle due e dormi sempre di meno e ti sembra che dormire serva sempre a meno. E’ lo sguardo che hai sul mondo che cambia. Perché è come se avessi messo un filtro, la tua soglia di consapevolezza diventa così alta che devi schivare i colpi di quello che ti sta intorno.
Non è più Obama che parla alla televisione: è l’attimo in cui cerchi di capire cosa succederà da qui a 20 anni. E poi provi a dirlo agli altri.
Mica sempre ci si riesce; ma tentarci ci si tenta sempre.
E non esistono più vacanze, spiagge, gite a Londra, persone conosciute in aeroporto e cautele. C’è un desiderio di osservare che ti mangia dentro.
Detto così può sembrare un incubo. In effetti è dura. Ma è una figata pazzesca.
#1 by Giovanni on May 3, 2011 - 17:33
Ehi Gea,
ma lo sai che Lettera43 è la ‘redazione on line’ più “femminista” d’Italia….. leggi qui
Comunque complimenti!
#2 by bios on May 15, 2011 - 11:06
my darling!