Quest’anno è dura. Riassumere il 2010 in una lista di canzoni mi costa una certa fatica. Ho dormito troppo poco e in troppi posti, galleggiato su un’altalena emotiva schizoide almeno quanto la frenesia con cui sono salita su ogni treno, aereo, furgoncino scassone e moto ai famosi quattro angoli del globo. Ho ascoltato Bob Dylan appoggiata ai finestrini di qualsiasi mezzo di trasporto, dall’Equatore al Medio Oriente. Mi sono accanita sui Rolling Stones, letto tutto quello che si poteva leggere, rimediato al peccato originario dell’essere nata nell’80 mandando a memoria ogni nota dal ’62 in poi. Ho corso con Jarvis Cocker in cuffia sui lungomare di confine, tra il Tamigi e Israele. Trascorso notti intere con un paio di pezzi in loop, mentre il sonno non arrivava e i pensieri si affastellavano sempre più pesanti.
E devo fare uno sforzo grande davvero per decidere cosa porterei con me quest’anno sulla famosa isola deserta: un motivetto pop con il potere inspiegabile di doparmi di energia o la più struggente canzone d’amore di tutti i tempi? Alla fine, lo so, sarebbe la-più-struggente. Che è anche la più densa, quella che nella struttura di un quasi sonetto condensa la storia universale dell’amore.
Nello striminzito bagaglio a mano concesso dalle low cost in rotta per nowhere land, ci metterei Girl from the north country: ode al poeta come più non ne sono nati.
Il resto me lo canticchierei a mezza voce o a squarciagola, in onore di quella suprema performance al Rah bar con la Marti, in una serata di sbronze e karaoke.
Girl from the north country, Bob Dylan, 1963 Un pullmino scassato, in Libano. Siamo diretti a Tiro, confine con Israele. Fuori il cielo è di un azzurro sporco, carico di sabbia, polvere da sparo, eco di guerra e salsedine. Il vento che piega le palme mi spazza l’anima della gioia incontenibile di una terra di struggente bellezza. E la prima cosa che mi viene in mente sono i versi di questa incredibile canzone: If you’re traveling in the north country fair/Where the winds hit heavy on the borderline/Remember me to one who lives there/She once was the true love of mine/Well, if you go when the snowflakes storm When the rivers freeze and summer ends/Please see for me if she’s wearing a coat so warm/To keep her from the howlin’ winds/Please see from me if her hair hanging down/If it curls and flows all down her breast/Please see from me if her hair hanging down/That’s the way I remember her best. Il riassunto di ogni amore.
Common people, Pulp, 1995 Ci vuole un talento smisurato per cantare con quella voce suadente
delle storie così allegre e allucinate. Come se ti stesse sempre prendendo in giro. Jarvis è un genio; Common people la mia canzone più ballata dell’anno.
Shine a light, Rolling Stones, 1972 Perché Brian Johnson era appena morto, Exile è il disco più bello degli Stones e Keith Richards e Anita Pallenberg si amavano ancora alla follia sui tappeti del Marocco. La vita inarrivabile.
Coming back to life, Pink Floyd, 1994 Qui lo dico, e l’anno prossimo lo negherò. Io preferisco
David Gilmour. E comunque questo verso è un mantra: I took a heavenly ride through our silence/I knew the moment had arrived/For killing the past and coming back to life.
Monkey gone to heaven, Pixies, 1989 A metà degli anni ’90, quando vivevo a Washington, era esplosa la Bloodhound gang. In Italia sarebbe arrivata qualche anno dopo, ma mai con il primo disco, ovviamente il più divertente, The roof is on fire. La canzone omonima aveva un ritornello che mi ha sempre fatto ridere: So if man is five and the Devil is six/than that must make me seven/This honkey’s gone to heaven. Solo che proprio non riuscivo a capire a cosa si riferisse. Quando ho scoperto i Pixies tutto è tornato. E per chi ama l’annedotica, loro erano il gruppo preferito dal dannato per antonomasia, Kurt Kobain.
Just Breath, Pearl Jam, 2009 Una afosa notte d’estate in cui per qualche ora la vita mi è sembrata perfetta. Il resto l’ho già scritto qui.
Sweet desposition, The temper trap, 2009 Non chiedetemi perché, non ve lo so spiegare: vi basti sapere che ho persino comprato il singolo. Loro non so nemmeno che faccia abbiano, ma è una dose di andrenalina che mi anestetizza dal resto del mondo. Scaricatela e ditemi se vi fa lo stesso effetto euforizzante: mi basterebbe a pensare che non sono pazza.
Empire state of mind, Jay-Z ft. Alicia Keys, 201o C’ho persino scritto un pezzo, su Jay-Z. Perché diciamocelo: è un tamarro, ma è un genio. E a me questa canzone trasporta su una spiaggia, in estate, con mojito, abiti leggeri e tutte quelle cose che stanno al primo posto nella mia personale classifica della voglia di vivere.
Hemingway, Paolo Conte, 1982 Per quel sax pazzesco, capace letteralmente di portarmi via. Normalmente sulla Firenze mare, pini marittimi e la sensazione che tutto debba ancora succedere.
Dress up in you, Belle and Sebastian, 2006 C’è una tristezza che monta, in questa canzone, che rompe gli argini della mia malinconia e tracima in ogni angolo del corpo. E penso sempre che racconti in filigrana la mia storia, guardata da una certa prospettiva (non la mia). I always loved you/You always had a lot of style/I’d hate to see you on the pile/Of nearly-made-it/You’ve got the essence, dear/If I could have a second skin/I’d probably dress up in you/You’re a star now, I am fixing people’s nails/I’m knitting jumpers, I’m working after hours/I’ve got a boyfriend, I’ve got a feeling that he’s seeing someone else/He always had thing for you as well.
#1 by bios on December 28, 2010 - 13:17
mi permetto di intrufolarmi nel tuo post per fare lo stesso: ricordare le mie canzoni più ascoltate del 2010.
1) Radio Nowhere (Bruce Spingsteen)
2) Ruido (Joaquin Sabina)
3) Vaporize (Broken Bells)
4) Tourist (Julian Casablancas)
5) Things the grandchildren should know (Eels)
6) Al Alba (Silvio Rodriguez)
7) Midrange (Labradford)
8) Acts of man (Midlake)
9) No consequence (Notwist)
10) Bi-pet (Lali Puna)
Il gruppo rivelazione The Notwist
la Canzone dell’anno “Noah” (the notwist)
l’album dell’anno “The courage of others” Midlake
Il libro dell’anno, Pastorale americana di Roth.
Il film dell’anno Inception.
la città dell’anno Madrid.
Amici dell’anno esteri di L43.
#2 by bios on December 28, 2010 - 13:19
profuno dell’anno Tient de Niege