Archive for June 29th, 2010

Beckett goes: Wow!

Evvai! Passami la vuvuzela! Pepepepepeee Pepepepepepeeeeeeeee!
“E adesso basta con tutte queste storie della mafia, gli attentati, le bombe”. (Marcello Dell’Utri, 29 giugno 2010)

E sì, ma che sarà mai, fregnacce. I giudici di Palermo condannano Dell’Utri in appello a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa fino al ’92, e c’è da festeggiare. Mica perché hanno beccato un mafioso: ma va, perché il braccio destro del capo del Governo, fondatore del partito di maggioranza, figura di primo piano della politica nostrana, lo è stato solo prima di quell’anno.

Un minimo di dignità, ma basterebbe forse di senso del ridicolo, imporrebbe al Marcellone, ai suoi avvocati e alla cricca che gioisce attestandogli solidarietà (che poi, detto tra noi, io se avessi un amico così starei ben lontana da attestati di stima e affetto, chissà, forse sono una voltagabbana) di tacere, incassare la riduzione di due anni della pena, sperare nella prescrizione in Cassazione e filare dritto come un fuso. Invece Dell’Utri che fa? Esordisce ribadendo la vicinanza a Mangano, il mafioso-al-di-là-di-ogni-ragionevole-dubbio che già ebbe a definire “un eroe”. E spiega, con una inverosimiglianza che nememno il campo da calcio lungo seicento metri di Holly e Benji, una famosa telefonata tra lui e lo stalliere; questa, più o meno, la dichiarazione: “Mangano mi chiamò perché ad Arcore era rimasto un suo cavallo, e mi chiedeva di venderlo per lui, perché ormai era lontano e non gli serviva più”. Che per indicare la droga si usino parole di fantasia, cavallo già citata da molti testimoni, lo sanno anche i lettori di Topolino, ma comunque.

Intanto, ieri i Pm hanno chiesto undici anni di reclusione per Cuffaro, ex presidente della regione Sicilia e attualmente deputato, sempre per cosucce legate alla mafia. E più a nord, per par condicio, si consuma l’esilarante questione delle deleghe di Aldo Brancher, ex galeotto dei tempi di Tangentopoli e fatto ministro da Berlusconi a una settimana dal suo rinvio a giudizio per corruzione; giudizio che ha prontamente provato a evitare opponendo il legittimo impedimento: e se no che l’hanno fatto ministro a fare. In effetti non si sa, tanto che dopo la prima nomina per l’attuazione del Federalismo e la conseguente incazzatura di Bossi  è passato a ministro in cerca di qualcosa di cui occuparsi, le deleghe non gliele hanno ancora date e tutti sono lì che si scervellano a capire a cosa potrebbe servire: pare che Sviluppo Italia indirrà un concorso di idee per prendere spunti.

Per chiudere la carrellata, il Vaticano, che non è proprio Italia ma dell’Italia evidentemente qualcosa ha preso, e non solo in danari, è sempre più coinvolto nello scandalo di Propaganda Fide e in quello, persino peggiore, della pedofilia, tanto che gli americani hanno appena stabilito che è legittimo portare il papa alla sbarra e chiedergli di rispondere in prima persona per anni di abusi e coperture degli abusi stessi.

Ah, dimenticavo: Brancher è stato un prete, prima di diventare manager di Publitalia e poi politico di Forza Italia. Forse la gavetta l’ha fatta lì.

7 Comments

De segun como se mira todo depende

“Spazzata via la tesi dell’accusa.” “Sconcerto del Pm”. “Ribaltato il giudizio del primo grado”.
A sentire il Tg1 sembra che Dell’Utri lo abbiano assolto. Invece ha preso 7 anni, così, tanto per ricordarcelo

No Comments