Archive for June 23rd, 2010

Bide me

Ieri notte sono incappata nella notizia dell’intervista del generale McChrystal, quella rilasciata a Rolling Stone (America, of course) che potrebbe costargli il posto di comando in Afghanistan viste alcune dichiarazioni non proprio entusiaste su Obama e Biden. Sono andata a leggermela in versione integrale (qui), già che nei prossimi giorni se ne farà un gran parlare e affidarsi alle traduzioni spizzichi e bocconi dei nostri quotidiani non è mai cosa saggia.

Nonostante richieda tempo – a me, venticinque minuti di orologio, saranno 90 mila battute distribuite su sei pagine fitte – la lettura è esaltante e ve la consiglio più che caldamente. Se ne ricava un’idea netta ed emozionante di cosa sia il giornalismo, anche periodico, nella tradizione anglosassone (vedi Vanity Fair U.S., che è un raccoglitore dei migliori scritti degli ultimi 30 anni) e ci si immerge in un personaggio nella sua inquietante interezza, come mai gli striminziti riassunti della nostra stampa lo restituiscono. Soprattutto, si capiscono una quantità di cose sulle guerre, l’esercito, il militarismo e il celodurismo americano, che davvero non è sostanzialmente diverso dalla scoppiettante rappresentazione che ne fece Coppola con il tenente Kilgore.

Eppure, e questo forse avrei dovuto dirlo prima, non credo affatto che le dichiarazioni di McChrystal siano così gravi. Se inserite nel giusto contesto, fanno solo parte di una ruvidità del personaggio, di un ego che si nutre di autocelebrazione; ovviamente, le due frasi estratte da Repubblica e Corriere impediscono di farsi un’idea corretta del tutto. Poi è evidente come il presidente degli States non possa permettersi di tollerare nemmeno una sbavatura dell’ego del suo uomo al comando, ma giusto per onestà intellettuale non me la sento di crocefiggere McChrystal, almeno non per queste sue parole.

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